C’era un sogno che avrei voluto fare stanotte.
C’ero io, nuda e fresca, stesa su un letto di memorie.
E aspettavo. E l’attesa era dolcezza e oceano. Colavo nel fondo marino, luminoso e buio, coglievo coralli e spine. E spiavo dal profondo i respiri del mondo dell’aria, gli amanti impiastricciati e i gemiti soffocati. Mi mancava il vento, e la melodia dei tuoi silenzi.
C’ero io nuda, aperta e lacrimante, su un letto di giochi.
E aspettavo. Gli occhi chiusi e saturi, aspettavo un fiore di magnolia, fra le mi gambe tramanti di gioia. Lo avrei stretto piano, e accolto il suo sentore.
C’ero io nuda, fragrante e sola, sparivo in un bocciolo di baci e di parole. E poi ti amavo, infine.