Torneranno dal mare

Ci sono segreti che si conficcano sotto le unghie, schegge impossibili da estrarre. Lo svegliavano nel cuore della notte; lui sudava a profusione e beveva la prima sostanza liquida che gli capitava sottomano. Erano trascorsi più di trent’anni, ma più il tempo passava più si convinceva che sarebbe stato meglio essere scoperto e punito subito. Nulla ci viene dato gratis, c’è sempre un prezzo da pagare, rimuginava. Il conto mi sarà presentato, proprio quando meno me lo aspetto. L’aveva trovato per caso quel messaggio, arrotolato dentro una bottiglia abbandonata nella soffitta della casa che aveva appena comprato. Dopo due giri attorno al sole dall’entrata di Plutone nell’Acquario, torneremo dal mare, c’era scritto, e tu che ci leggi, racconta, diffondi, prepara. Le domande saranno molte e vorremo le risposte. Lui se ne stette zitto: non raccontò, non diffuse, non preparò. Derubricò il monito a scherzo delirante. Eppure, quella beffa aliena gli aveva portato fortuna e da quel ritrovamento tutto nella vita era filato per il verso giusto: l’amore devoto, la carriera fulminante, figli di cui andare orgogliosi. Gli era stato concesso molto, nondimeno aveva disatteso quella semplice richiesta: diffondere il messaggio. 

Meritava di essere punito, certo. Nessuno si era preparato, nessuno sarebbe stato in grado di rispondere, tanto meno lui, ed era solo colpa sua. Decise che se ne sarebbe fatto carico, che si sarebbe assunto la responsabilità di quella vergognosa negligenza. Decise che avrebbe vestito i panni del colpevole, voleva esserlo infine, con ogni fibra del suo corpo. Prese a vestirsi sempre di nero; si aggirava dimesso, curvo, oscuro. Camminava rasente i muri e indossava sempre vistosi occhiali da sole. Nascondeva il rammarico negli occhi sfuggenti. Nella tasca il messaggio accartocciato e una salvezza perduta per sempre. Verso la fine dell’attesa viaggiò fino ai bordi dell’oceano e si sedette ad aspettare. Sono pronto, ripeteva a se stesso, e non ho risposte.